Comunicati stampa

Da Suez a Reggio: un itinerario degli Stretti

Da Suez a Reggio: un itinerario degli Stretti
La Dante celebra i 150 anni dall'inaugurazione del Canale

In occasione dei centocinquant'anni dall'inaugurazione del Canale di Suez, il congresso "Le Porte del Mare" riapre il dibattito sulla mobilità mediterranea di ieri e di oggi. Un tempo erano Messina, Reggio, Costantinopoli e Alessandria, oggi sono Suez, Porto Said Tangeri e Gioia Tauro: da sempre spazi attrattori e nodi di circolazione di merci, di uomini, di idee e di miti.
A partire da venerdì mattina e fino a sabato, il rettore Salvatore Berlingò darà il benvenuto ai grandi esperti degli studi sul Mediterraneo. Ad intervenire, nel corso della sessione inaugurale, il prorettore della "Dante" Antonino Zumbo, l'accademico dei Lincei Luigi Mascilli Migliorini, lo storico medievista Pietro Dalena e l'accademico pontificio Guglielmo de' Giovanni-Centelles.

L'attualità fotografa una realtà in chiaroscuro. Da un lato il Mediterraneo emerge come una delle principali aree di traffico mondiali, anche grazie al raddoppio del Canale di Suez e al contestuale exploit della Cina. Dall'altro le statistiche mettono in rilievo una scarsa conoscenza della geografia e della storia del Mare Nostrum: nelle scuole, solo uno studente su dieci sa dov'è Suez! Recuperare consapevolezza di storie spesso interconnesse è il primo passo per affrontare le sfide del presente e del futuro.
Il congresso, organizzato dall'Ateneo reggino assieme all'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", ha ottenuto il patrocinio d’importanti enti di ricerca, tra i quali la Società Italiana per lo Studio dell'Età Moderna, la Società Italiana di Scienze Ausiliarie della Storia, la Deputazione di Storia Patria per la Calabria e il Centro di Ricerca per le Relazioni Mediterranee (MEDAlics). Decisivo il supporto della Città Metropolitana che ha dato il via al Master "Esperto in Politiche di Valorizzazione ed Inclusione dell'area identitaria dello Stretto".
Studiare le questioni degli Stretti significa analizzare gli equilibri di potere, il controllo delle popolazioni e delle risorse, rileggere la geopolitica attraverso un percorso a ritroso scandito da sfide e opportunità.

 

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